La titolazione anticorpale è stata recentemente introdotta nelle linee guida della WSAVA (World Small Animal Veterinary Association). Fondamentale per la loro salute, è in grado di darci importanti informazioni sull’immunità dei nostri animali e sulla necessità di vaccinarli.
In cosa consiste la titolazione anticorpale?
Si tratta di un test eseguito su un campione di sangue e ha l’obiettivo di valutare se
nell’organismo del cane o del gatto sono presenti anticorpi sufficienti a proteggerlo da malattie
per cui è prevista una vaccinazione. Il test fornisce nel cane risultati utili per il Cimurro, il
Parvovirus e l’Adenovirus responsabile dell’epatite infettiva.
Nel gatto invece è possibile valutare la copertura da Parvovirus felino (panleucopenia), Herpesvirus e Calicivirus felino. Possono essere sottoposti a titolazione tutti gli animali, così da poter effettuare una migliore profilassi vaccinale.
Quando possiamo farla?
Il procedimento può essere eseguito almeno 3 settimane dopo l’ultima vaccinazione, così da confermare
la corretta risposta degli anticorpi. In particolare dovrebbero essere sottoposti a titolazione queste categorie di animali:
- Immunodepressi.
- Soggetti a terapie prolungate.
- Anziani: per capire se è necessario il richiamo del vaccino.
- Appena giunti in rifugio: per verificare la situazione anticorpale pur non conoscendone la loro storia.
- Cani giganti: sono talvolta meno responsivi ai trattamenti vaccinali e quindi potrebbe essere necessario valutare l’efficacia del vaccino stesso
Come si esegue la titolazione anticorpale?
La titolazione può essere svolta con due metodologie: tramite un kit a risposta
rapida o grazie a un test sierologico eseguito da un macchinario dedicato.
È bene precisare che la risposta non corrisponde semplicemente a un valore positivo o negativo. Al contrario, il fattore numerico fornito dal test permette una stima della quantità effettiva di anticorpi
presenti. Si esprime quindi un giudizio più preciso sul grado di copertura. Non solo, ma si può stimare anche il tempo di durata degli anticorpi stessi prima di procedere a un richiamo. Qualora l’esito sia al di sotto del valore minimo è necessaria una vaccinazione, mentre se positivo si dovrebbe supporre che non sia richiesta.
Il test è l’unica metodologia valida per scoprire se un cucciolo è correttamente coperto dopo la prima serie vaccinale. Inoltre, la titolazione può essere utilizzata per valutare la durata dell’immunità data dai vaccini.
È importante sottolineare che la titolazione anticorpale non viene utilizzata per la rabbia, nonostante questo esame sia necessario per entrare in alcuni stati. La vaccinazione antirabbica ha infatti un proprio protocollo obbligatorio.
In cosa consiste la vaccinazione?
La vaccinazione è un atto medico veterinario che deve essere praticato solo dopo una visita clinica
che attesti lo stato di buona salute dell’animale. Consiste nell’iniezione sottocute di una preparazione farmaceutica composta da un virus o una porzione di virus sintetizzata in laboratorio. Lo scopo è quindi stimolare la creazione di una risposta immunitaria per la malattia trasmessa.
In base al soggetto, gli anticorpi rimangono attivi nel corpo per un tempo variabile. Prima di procedere alla vaccinazione, è quindi consigliabile verificarli tramite titolazione .
Se correttamente vaccinati, i nostri pet potrebbero avere un valore anticorpale elevato. È pertanto
buona norma valutare un controllo che offre un’ indicazione della presenza di anticorpi in quel momento, pur non garantendone l’effettiva durata.
Non rispettare le linee definite dalla casa farmaceutica riguardo la durata della copertura dei vaccini potrebbe esporre il nostro amico a dei rischi. Per ridurre il carico vaccinale al minimo indispensabile si può
comunque ricorrere a vaccini dalla copertura pluriennale.
Diverso invece il discorso per le malattie di origine batterica o parassitarie, come la leptospirosi o
la leishmaniosi. Per proteggersi in modo efficace è consigliato sottoporre il nostro amico a un richiamo periodico.
Cosa dicono le linee guida?
Dal 2014 anche le linee guida per la vaccinazione emanate dalla WSAVA (Associazione Mondiale
dei Veterinari di Piccoli Animali) consigliano di valutare il “titolo anticorpale” prima di ripetere una
nuova vaccinazione.
L’aggiornamento del 2016 indica non più necessaria la vaccinazione annuale per le malattie virali del proprio animale, a patto però che sia stato effettuato un corretto protocollo vaccinale nelle prime settimane di vita.
Tuttavia è sempre corretto verificare il titolo anticorpale per un’ effettiva protezione dalle malattie.
È infatti importante ridurre il carico vaccinale in modo da contenere le reazioni avverse, riducendo così
tempi e costi per veterinario e proprietario.
Cosa si deve fare?
È comunque opportuno discutere con il proprio veterinario la creazione di un programma
vaccinale che meglio si adatti alle esigenze del nostro amico a quattro zampe. Per farlo, il medico valuterà diversi aspetti come l’età del soggetto, il luogo in cui vive e le sue abitudini. Ogni animale deve avere un piano di prevenzione studiato ad hoc per poter risultare efficace. Non è infatti detto che due cani abbiano le stesse necessità!
È però importante portare il cane a una visita di controllo annuale, in modo da monitorarne lo stato di salute. Paragonando la durata media della vita di un animale a quella di una persona, facendo una visita all’anno, è come se ci sottoponessimo a un controllo ogni 7 anni circa.