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Perché i lupi in Italia rischiano di scomparire?

I lupi in Italia devono affrontare molti problemi e minacce differenti e la loro popolazione si è drasticamente ridotta rispetto ai livello di cinquant’anni fa. Recentemente si è scoperto che dei circa 2500 esemplari rimasti, non tutti potrebbero essere effettivamente lupi “purosangue”.

Quello dell’ibridazione, infatti, è uno dei meno apparenti ma letali tra i pericoli che questi predatori devono affrontare. I lupi in Italia si trovano spesso a convivere con cani divenuti randagi, magari sono cani da caccia che non sono tornati dai proprietari o che sono stati abbandonati, soprattutto cani da guardia, spesso pastori maremmani. I cani vengono in qualche modo accettati momentaneamente nel branco e i lupi si accoppiano con i nuovi venuti, dando poi alla luce una nidiata di nuovi animali, sempre meno “lupi” puri, ma non certo addomesticati come cani. Una nuova specie, ibrida, una minaccia per quella dei lupi, un problema per le greggi.

Un rischio reale

Interpellato in merito a questo fenomeno, Federico Striglioni, responsabile scientifico del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, ha dichiarato che si tratta in realtà di un problema praticamente sconosciuto in Italia. Proprio nel territorio osservato dal suo gruppo di lavoro sono presenti 15 branchi di lupi per circa 80 animali, di cui 20 sono ibridi e non più lupi purosangue.

15 branchi di lupi per circa 80 animali, di cui 20 sono ibridi e non più lupi purosangue

Il fenomeno rischia di “esplodere” e riprodursi con forza. In Italia, infatti ci sono circa settecentomila cani randagi “vaganti”, ossia che si spostano costantemente e questi potrebbero entrare in contatto con i lupi. Qualora non dovessero contribuire all’ibridazione, potrebbero comunque trasmettere ai predatori malattie di cui sono affetti, come leishmaniosi, cimurro o rogna. E ad aggravare la situazione c’è il fatto che uno dei punti in cui le due specie possono incontrarsi non è certo nel profondo dei boschi, ma nei pressi dei centri abitati, dove entrambe le comunità vengono a “razzolare” tra le scorte di rifiuti malamente gestiti. Una situazione tutt’altro che serena.

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